Socrate dedica la sua vita alla filosofia: trasmette un insegnamento
morale.
Egli insegna ai suoi interlocutori che molte loro convinzioni
sono solo opinioni infondate e li conduce alla continua ricerca della
verità.
Attraverso il dialogo, sottopone gli interlocutori a un complesso gioco
di domande e risposte, mettendo alla prova le loro convinzioni.
Sotto i colpi delle obiezioni di Socrate, le tesi degli avversari
crollano, perché si rivelano contraddittorie. Questa confutazione apre
la strada a un'autentica ricerca della verità.
Questo aspetto del metodo socratico è chiamato maieutica, un termine che
in greco indica l'arte della levatrice. Socrate infatti paragona la
propria attività a quella di sua madre, che era una levatrice: come la
madre aiuta le donne a partorire corpi, così Socrate aiuta le menti a
partorire idee.
Ma il pensatore non possiede quella verità che induce a
cercare. Egli si proclama ignorante con un atteggiamento che viene
definito ironia socratica→ l'ironia sta proprio nel proclamarsi "ignorante" da parte di Socrate e nel considerare l'interlocutore "sapiente" per poi "smascherarlo"
Socrate è considerato lo scopritore dell'anima come coscienza.
I veri
valori, per Socrate, non sono i beni esteriori; i valori da coltivare
sono quelli dell'anima, e in primo luogo la conoscenza: è in questo modo
che l'essere umano ottiene la libertà e la felicità.
La posizione di Socrate prende il nome di ottimismo etico, ed è stata
ritenuta intellettualistica, perché, appunto, si affida alla ragione e
alla conoscenza, e sui presunti benefici immediati che ne dovrebbero
conseguire.
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